L'azzurro ti dona; gente che vai, colore che trovi; di che colore è la sensazione del freddo?: sono alcuni dei titoli scelti da Daniela Floriduz per presentare il progetto www.odorisuonicolori.it che propone percorsi multisensoriali orientati alla “formazione mentale” dell’idea del colore da parte di persone non vedenti. Un sito, un’area riservata con giochi e attività, un kit cartonato composto di undici fogli, uno per colore, con stimoli olfattivi e tattili completano questa interessante opera editoriale curata da Lidia Beduschi e Mario Varini.Il progetto nasce dall’esigenza, sempre più sentita, di rendere accessibili ai ciechi le opere d’arte pittoriche. Il mio approccio (ce ne sono molti, come è noto), parte dalla considerazione che prima della “forma” si debba e si possa costruire un “alfabeto” dei colori non solo nominalistico, ma percettivo.
In ciò ci aiuta la sinestesia ritornata in primo piano nella riflessione sulla percezione, grazie anche allo sviluppo delle neuroscienze e alla stessa revisione della natura della percezione sinestetica.
La novità del mio percorso, rispetto a quelli per certi versi simili ad esempio del CNR., sta nell’aver scelto come punto di partenza per la costruzione della percezione non il carattere fisico del colore, ma quello culturale, per rimandare all’indagine di neuroimaging lo studio dei risultati neurofisiologici della “formazione mentale” dell’idea del colore.
Gli studi di Brent Berlin e Paul Kay, Basic Color Terms, Berkeley, University of California Press, 1969, mi hanno fornito le basi etnoscientifiche per la costruzione di un codice sinestetico degli undici colori di base, che associa a ciascun colore una percezione olfattiva, una percezione uditiva, un segno/simbolo tattile: dei codici semiotici, la mia costruzione ha la convenzionalità e l’arbitrarietà, caratteristiche che ne consentono la condivisione oltre il dato esperienziale personale.
L’approdo, dopo un non breve lavoro con un tiflologo cieco primario e con una giovane donna cieca secondaria, negli anni 2002/03, è maturato nell’anno accademico 2004/05 nel mio corso di Etnoscienza a Venezia dal titolo “I colori del buio”. Durante il corso sono state svolte anche ricerche sul campo, che saranno materia di analisi in un volume che ho in preparazione sulla metodologia seguita in tutto il percorso che ha portato al “prodotto”, o meglio strumento ora a disposizione: un kit cartonato di undici “fogli” profumati che recano il simbolo tattile di ciascun colore, da usare, per completare il percorso sinestetico e costruire pazientemente il primo “alfabeto” di undici colori culturali, insieme al sito web www.odorisuonicolori.it/. Tutto da sperimentare e perfezionare “in corso d’uso” insieme ai non vedenti che lo “praticheranno”
Gli autori
Lidia Beduschi
Nel suo lavoro scientifico ha posto al centro la ricerca e l’analisi delle fonti orali. Negli ultimi anni ha insegnato Etnoscienza all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Attualmente è impegnata nella realizzazione di un progetto di accessibilità ai colori per i non vedenti.
Mario Varini
Sperimentatore e formatore nel campo delle nuove tecnologie, si occupa in particolare di usabilità e accessibilità nella comunicazione web. Ha all’attivo una vasta esperienza sulle applicazioni informatiche alle ricerche etnografiche e alle scienze umane.
In ciò ci aiuta la sinestesia ritornata in primo piano nella riflessione sulla percezione, grazie anche allo sviluppo delle neuroscienze e alla stessa revisione della natura della percezione sinestetica.
La novità del mio percorso, rispetto a quelli per certi versi simili ad esempio del CNR., sta nell’aver scelto come punto di partenza per la costruzione della percezione non il carattere fisico del colore, ma quello culturale, per rimandare all’indagine di neuroimaging lo studio dei risultati neurofisiologici della “formazione mentale” dell’idea del colore.
Gli studi di Brent Berlin e Paul Kay, Basic Color Terms, Berkeley, University of California Press, 1969, mi hanno fornito le basi etnoscientifiche per la costruzione di un codice sinestetico degli undici colori di base, che associa a ciascun colore una percezione olfattiva, una percezione uditiva, un segno/simbolo tattile: dei codici semiotici, la mia costruzione ha la convenzionalità e l’arbitrarietà, caratteristiche che ne consentono la condivisione oltre il dato esperienziale personale.
L’approdo, dopo un non breve lavoro con un tiflologo cieco primario e con una giovane donna cieca secondaria, negli anni 2002/03, è maturato nell’anno accademico 2004/05 nel mio corso di Etnoscienza a Venezia dal titolo “I colori del buio”. Durante il corso sono state svolte anche ricerche sul campo, che saranno materia di analisi in un volume che ho in preparazione sulla metodologia seguita in tutto il percorso che ha portato al “prodotto”, o meglio strumento ora a disposizione: un kit cartonato di undici “fogli” profumati che recano il simbolo tattile di ciascun colore, da usare, per completare il percorso sinestetico e costruire pazientemente il primo “alfabeto” di undici colori culturali, insieme al sito web www.odorisuonicolori.it/. Tutto da sperimentare e perfezionare “in corso d’uso” insieme ai non vedenti che lo “praticheranno”
Gli autori
Lidia Beduschi
Nel suo lavoro scientifico ha posto al centro la ricerca e l’analisi delle fonti orali. Negli ultimi anni ha insegnato Etnoscienza all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Attualmente è impegnata nella realizzazione di un progetto di accessibilità ai colori per i non vedenti.
Mario Varini
Sperimentatore e formatore nel campo delle nuove tecnologie, si occupa in particolare di usabilità e accessibilità nella comunicazione web. Ha all’attivo una vasta esperienza sulle applicazioni informatiche alle ricerche etnografiche e alle scienze umane.
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